La gratitudine cambia la vita. L’ingratitudine anche.


La "sindrome rancorosa del beneficato" è, l’ingiustificato rancore - a volte inconsapevole, altre cosciente - che prova chi, avendo ricevuto un beneficio, sente un "debito di riconoscenza" nei confronti del suo benefattore che glielo rende odioso. È una condizione comune, ma molti ingrati "beneficati" per lo più mancano della capacità, del coraggio e dell'onestà intellettuale di prenderne atto.

Il senso di debito infatti, pone il beneficato in evidente posizione inferiore rispetto al suo benefattore e nonostante al beneficio ottenuto egli non rinunci, non riesce nemmeno ad accettare fino in fondo di averlo ricevuto. 

“Al punto di arrivare a dimenticarlo o a negarlo o a sminuirlo o, addirittura, a trasformarlo in un peso dal quale liberarsi e a trasformare il benefattore stesso in una persona da dimenticare se non, addirittura, da penalizzare e calunniare.” (Ingrati - M.R.Parsi”) 

Per quanto sia vero che non si dona per ricevere in cambio qualcosa - men che meno amore - è certo che l’ingratitudine lasci sempre un senso di amaro. 

E che solo chi è veramente in pace con se stesso può riconoscere all’altro di apportare un valore alla propria vita - che sarebbe stato incapace di darsi da solo - ed essere grato.

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